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La vegetariana di Han Kang


«Ho fatto un sogno» dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l’ideale di un’estatica dissoluzione nell’indifferenza vegetale. La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia più estreme, accompagnando il lettore fra i crepacci che si aprono nell’ordinario quando si inceppa il principio di realtà —proprio come avviene nei sogni più pericolosi.

Han Kang è nata nel 1970 a Gwangju, nella Corea del Sud. Figlia dello scrittore Han Seung-won, è stata insignita come lui del prestigioso Yi Sang Literary Award. Apparso per la prima volta nel 2007, La vegetariana è stato tradotto in nove lingue e ha ottenuto nel 2016 il Man Booker International Prize, che lo ha scelto fra 155 romanzi definendolo «di una potenza e un’originalità indimenticabili».

Qui il video della presentazione:

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